13 ottobre 2017
Vice Direttore Generale Enac
[Cleared n°8 - anno XIV - sett. 2017]
Il tema dei droni, soprattutto di quelli di piccole dimensioni, è in rapidissimo sviluppo. Quali attività ha intrapreso ENAC per favorirne lo sviluppo tenendo in considerazione gli aspetti di Safety, Security e Privacy?
Credo che l’avvento dei droni nel settore dell’aviazione civile abbia segnato una profonda differenza con i fenomeni che abbiamo vissuto finora. L’aviazione civile è per sua natura un settore dinamico ove l’innovazione e lo sviluppo, sia di tipo tecnologico che operativo attraverso la ricerca di business models sempre più sfidanti, hanno da sempre costituito il modo stesso di concepire l’evoluzione. Le nuove tecnologie che hanno consentito l’accessibilità del grande pubblico a questo nuovo tipo di aeromobile costituiscono invero una vera e propria rivoluzione. I grandi numeri e la continua mutazione delle prestazioni che caratterizza oggi il mondo dei piccoli droni pone serie difficoltà alle Autorità dell’Aviazione Civile, che hanno dovuto rivedere approcci e metodi per agire quel ruolo di garanzia per la sicurezza che gli assetti giuridici attribuiscono loro.
Anche l’ENAC si è confrontato con questa realtà ed ha elaborato una propria strategia, articolata e modellata sulle singole sfide poste dal settore. In primo luogo e quale elemento prioritario è stato affrontato il tema della safety attraverso l’emanazione di un regolamento che con approccio innovativo ha affrontato il tema ponendo al centro dell’attenzione il concetto di rischio delle operazioni, abbandonando quindi l’approccio tradizionale della certificazione dei singoli componenti la filiera della sicurezza quali la macchina, il pilota, l’operatore ecc.
Introducendo il cd “operation centric approach” l’ENAC ha semplificato notevolmente le modalità di valutazione degli operatori, facilitandone l’accesso al mercato. Ulteriore semplificazione, connessa al precedente approccio, è la facoltà particolarmente estesa di utilizzare lo strumento della “dichiarazione” in luogo della preventiva autorizzazione dell’ENAC. Ciò consente una immediata operatività da parte degli operatori, ulteriormente ampliata con la pubblicazione degli scenari standard per operazioni critiche.
Mi preme sottolineare inoltre che il quadro regolatorio nazionale non serve solo a garantire ai cittadini quei livelli di sicurezza di cui godono oggi e di cui hanno diritto ma anche a fornire un “level playing field” agli operatori che possono sviluppare le proprie attività legalmente in un contesto di sana competizione.
Se guardiamo al futuro, ritengo di massimo interesse l’attività congiunta che Enac sta svolgendo con Enav per la individuazione dei fattori abilitanti e delle condizioni di sicurezza delle operazioni BVLOS, oggetto peraltro di apposita Convenzione tra i due Enti. Dalla capacità che avremo nel definire le nuove regole del gioco per questo importante ambito di attività, che rappresenta un rilevante valore aggiunto per l’industria nazionale, dipenderà il successo dell’iniziativa e quindi la possibilità di una ulteriore crescita del settore.
In merito alle altre dimensioni che accompagnano l’avvento dei droni, la security e la privacy, ENAC ha stabilito con le forze di polizia rapporti strutturati e lavori congiunti per individuare le esigenze di sicurezza ed ordine pubblico. Sono state quindi definite le misure da porre in essere per il contrasto alle attività illecite, dalla capacità di identificazione in volo, alla creazione di un sistema di raccolta e scambio di informazioni, fino alla protezione di siti sensibili.
Come si sta muovendo la comunità internazionale su tale tema e come è posizionata l’Italia?
La comunità internazionale si è mossa finora in modo non coerente, anche in relazione alla diversità delle problematiche poste dai piccoli droni nei singoli sistemi sociali di riferimento. La diversa conformazione dei paesi, la diversa intensità del fenomeno ed infine gli stessi numeri globali hanno orientato in modo diverso i regolatori nazionali, che hanno adottato approcci più o meno liberali nel disciplinare il fenomeno. Se guardiamo alla dimensione internazionale riferita al continente europeo registriamo una volontà del legislatore a ricondurre a livello sovranazionale la tematica dei piccoli droni e di qui l’iniziativa di EASA nella elaborazione di un frame work regolamentare armonizzato. L’orientamento europeo è di estendere l’applicazione della disciplina regolamentare anche ai droni utilizzati per uso ricreativo, di liberalizzare le operazioni in ambiente non critico e richiedere ai droni la rispondenza a standard qualitativi con apposizione del marchio CE. Quale conseguenza introduce ulteriori attori istituzionali quali le Autorità di mercato e gli Enti notificati per il riconoscimento del marchio CE. Tale approccio appare al momento unico nel panorama internazionale extra UE. Il nuovo sistema regolatorio appare semplificare le attività operative non critiche ma generare nel contempo una forte ed impropria sovrapposizione tra gli operatori commerciali che offrono servizi specialistici e l’offerta di servizi in concorrenza da parte di privati cittadini che utilizzano i droni per attività ricreative. Peraltro la presenza di diversi soggetti istituzionali coinvolti nella sicurezza del prodotto potrebbe rendere più complessa la gestione dei controlli.
Cosa possiamo aspettarci sui droni nel futuro?
Se c’è una cosa che abbiamo imparato da questo nuovo settore è che la tecnologia che ne ha permesso l’affermazione sul mercato, proprio perché nasce dall’esigenza di soddisfare bisogni mutevoli nel tempo, fornirà soluzioni oggi non immaginabili e porrà ulteriori sfide all’assetto delle garanzie ed in ultimo al sistema regolatorio. Non credo sia lontano il tempo in cui molti servizi di emergenza, dall’assistenza medica alla ricerca e soccorso, saranno integrati da mezzi a pilotaggio remoto o con forte livello di automazione. La stessa consegna di merci, che oggi affascina come prospettiva, potrà contare su una componente basata su droni. Per concludere direi che alcune modalità di trasporto umano potranno diventare realtà con il maturare delle tecnologie di navigazione e di controllo, in alcuni scenari urbani e non. Ovviamente la maturità delle tecnologie e dei sistemi sarà fondamentale per lo sviluppo delle applicazioni, anche se molto dipenderà dall’accettazione di esse da parte del pubblico e dalla percezione che esso avrà della sicurezza da essi offerta. In tal senso la disponibilità di un assetto regolatorio che coniughi le esigenze di sicurezza con lo sviluppo appare uno dei fattori abilitanti.