Roma, 1 febbraio 2024
Executive Director del SESAR Deployment Manager
[Cleared n°1 - anno XXI - gennaio 2024]
Lei è stata nominata Executive Director del SESAR Deployment Manager. Quali sono i punti di forza di questa partnership composita (ANSP, compagnie aeree e aeroporti insieme a Eurocontrol) e come è cambiato il ruolo del SDM negli ultimi 10 anni?
Ricopro la posizione di Executive Director del SESAR Deployment Manager (SDM) da giugno 2022, ma è dal 2014 che contribuisco alle attività SDM con diversi ruoli. Questo mi ha permesso di seguire, e in alcuni casi guidare, l’evoluzione di questo importante progetto europeo che ha l’obiettivo di modernizzare e armonizzare gli sviluppi tecnologici dell’ATM.
È vero, l’unicità del SDM sta nella sua composizione: siamo l’unica organizzazione ad essere composta da player industriali del settore ATM (le principali compagnie aeree, gli operatori aeroportuali tramite ACI e ben 15 ANSP), e da giugno 2022 EUROCONTROL, questo perché crediamo che alcune funzionalità relative alla gestione del traffico aereo possano essere implementate con successo su scala europea solo con il coinvolgimento diretto dell’industria sia nel management che nella governance.
10 anni fa siamo partiti quasi da zero, dovendo immaginare un’attività complessa di coordinamento, consultazione e supporto agli stakeholder, e abbiamo anche dovuto superare qualche iniziale scetticismo per dimostrare il valore aggiunto dell’industria, quando attivata in prima persona.
È stato indubbiamente faticoso, ma siamo stati ripagati da ottimi risultati: sono stati lanciati investimenti per €3 miliardi e abbiamo coordinato oltre 100 organizzazioni attraverso più di 350 iniziative, di cui quasi 300 già completate.
A 4 anni pieni dalla deadline normativa finale (2027) oltre un terzo delle tecnologie sotto il nostro coordinamento sono state implementate. Le deadline intermedie sono quasi tutte centrate, i casi di ritardo sono costantemente monitorati, con l’obiettivo di supportare al meglio la piena implementazione. Grazie all’impegno costante degli stakeholder europei, stiamo contribuendo a cambiamenti e miglioramenti tangibili.
Il SDM ha il mandato UE per il coordinamento dell’implementazione del CP1: quali sono i benefici derivanti da queste evoluzioni tecnologiche e quali le sfide più importanti per il futuro?
Il nostro compito è quello di coordinare il deployment del Common Project 1 (CP1), un set di tecnologie la cui implementazione è divenuta obbligatoria per legge all’interno dell’UE. Il CP1 include elementi che migliorano l’efficienza, la safety, la digitalizzazione e la sostenibilità delle operazioni ATM, con benefici sia su scala locale, a livello di network e per i passeggeri.
L’elemento distintivo delle attività SDM è che già oggi siamo in grado di misurare i benefici di performance raggiunti. Riduzione di ritardi per oltre 115 milioni di minuti, quasi 4 milioni di tonnellate di CO2 (e 1.2 milioni di tonnellate di carburante) risparmiate grazie a rotte più brevi ed efficienti: tutto questo – da qui al 2030 – produrrà risparmi per l’industria per oltre € 6 miliardi. E questo è solo ciò che è stato completato finora, a tendere, questo valore raggiungerà i € 14 miliardi, quindi ben più di 4 volte il valore dell’investimento iniziale.
Nei prossimi anni dovremo continuare sullo stesso percorso supportando gli stakeholder nelle sfide future. Da qui al 2027, le nostre priorità sono quelle di proseguire nella digitalizzazione dello scambio di informazioni (tramite SWIM), e di aprire la porta alle Trajectory-Based Operations, aiutando i controllori a gestire la crescita del traffico aereo e le compagnie aeree a operare in modo più sostenibile.
Nel quadro europeo di digitalizzazione dell’ATM, come sono posizionati gli ANSP europei ed ENAV in particolare?
Il CP1 include per la maggior parte tecnologie ground, e dunque la maggior parte degli investimenti (oltre il 70%) è in capo agli ANSP. Posso dire che i provider europei hanno risposto bene, mostrando la capacità e il commitment necessari per questi investimenti. Guardando nello specifico all’Italia, la partecipazione di ENAV alle attività di deployment è sempre stata fra le più importanti, in linea con la strategia industriale del Gruppo: l’Italia è ai primi posti per compliance per quanto riguarda l’implementazione del CP1 e su alcune tecnologie – come il Free Route – ENAV ha confermato la sua vocazione pioneristica sull’innovazione.
Lei è una delle poche donne a capo di un’organizzazione europea, cosa è cambiato negli anni e quali le direttrici che vede realizzarsi per favorire diversity and inclusion?
Nell’ultimo decennio ci sono stati visibili cambiamenti anche nell’industria ATM, con sostanziali miglioramenti in termini di diversità delle risorse. Tuttavia, la strada da compiere è ancora molto lunga. Nonostante gli sforzi profusi finora, i livelli manageriali – anche a livello europeo – vedono un importante gender gap, con pochissime donne che ricoprono ruoli apicali o di responsabilità. Lo noto in prima persona quando partecipo all’High Level Group del Single European Sky, dove sono presenti i direttori di tutte le principali istituzioni dell’ATM europeo: spesso mi è capitato di essere l’unica donna presente. E questo accade nonostante la rappresentanza femminile nell’industria sia in costante crescita, specie fra i giovani. Penso che un’organizzazione più inclusiva, dove tutti i punti di vista sono rappresentati, soprattutto quelli di chi è rimasto finora in secondo piano, non sia semplicemente un obiettivo da perseguire per ragioni etiche, ma una discriminante per avere organizzazioni migliori, più efficienti, competitive e dunque con maggiori prospettive di crescita.